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Riciclare i
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Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio
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RICICLARE I PAESAGGI DELLO SCARTO
(UdR di Roma) |
Nel nostro Paese il bisogno di controllo del paesaggio appare un’aspirazione sociale diffusa ma imprecisa e
vaga nei suoi contorni; la contraddizione tra la nostalgia verso un passato indefinito nella sua collocazione
temporale ma felice nella sua condizione di equilibrio e la convinzione che la società contemporanea sia
fatalmente depositaria di un sistema di disvalori che non possono che corrompere e degradare il paesaggio,
implode sempre più in una condizione di impotenza che consegna il paesaggio stesso o alla sfera delle cose che
vanno in qualche modo “musealizzate” o all’ambito di ciò che è ormai definitivamente compromesso e sul quale
non è più possibile agire.
Tra queste due posizioni estreme si estende uno spazio intermedio di ricerca e di proposta nel quale l’Unità di
Ricerca della Sapienza intende collocare la sua ipotesi di lavoro che si riassume nell’idea di saggiare la
possibilità di attuare processi di qualificazione del paesaggio di tessuti urbani e insediativi di formazione
recente e spesso abusiva, caratterizzati dalla presenza di attività che per loro intrinseca natura introducono
elementi di forte deterioramento fino a costruire veri e propri “paesaggi-scoria”.
I paesaggi e le figure dello scarto – i drosscapes di Alan Berger – intesi come spazi interstiziali costituiti
da zone di stoccaggio delle merci, grandi aree di parcheggio, discariche, cave ormai esaurite, depositi di veicoli
fuori uso, rivendite a cielo aperto di materiali edili - infestano infatti i paesaggi metropolitani.
Pur necessarie alla vita della città e alla sua economia, queste attività costituiscono un fattore di degrado,
determinano un importante detrattore della percezione dei paesaggi e provocano guasti alla salute dell’ambiente.
Per loro natura, essi sono distribuiti in modo frammentario e sono sorti al di fuori di ogni strategia urbana
obbedendo a ragioni di razionalità minima, senza un piano che ne definisca ubicazione, consistenza e dimensione,
che ne massimizzi l'efficienza e ne minimizzi l'impatto ambientale e paesaggistico.
In questi processi di qualificazione, le tematiche del re-cycle vengono assunte dall’UdR come linee
strategiche di intervento in considerazione del fatto che le condizioni generali della società impongono ormai di
operare per reimpiegare i materiali di scarto, per ri-costruire più che per costruire, per ri-naturalizzare
piuttosto che per urbanizzare, per definire, insomma, una concreta risposta della cultura visiva e progettuale al
tema pressante della sostenibilità. La tematica dell’«As found» (un termine coniato da Alison e Peter Smithson a
metà degli anni Cinquanta) fa da cornice e da sfondo a questo progetto. «As found» è la capacità di guardare
diversamente e dare nuovo significato a ciò che è ordinario, che attiene alla vita così com’è; è la capacità di
progettare raccogliendo tracce e indizi, recuperando segni e significati che appartengono al quotidiano e al
sentire comune: è insomma la base teorica di un atteggiamento dialettico tra strumenti disciplinari e realtà che
ben si adegua alla dimensione progettuale del paesaggio e alla tematica del re-cycle.
Per le caratteristiche del suo tumultuoso sviluppo, il territorio della Coda della Cometa
ha prodotto una quantità rilevante di paesaggi-scoria: veri e propri sottoprodotti dello sprawl e di un’urbanizzazione
troppo rapida, luoghi di concentrazione degli scarti di produzione o di produzione di scarti, aree sospese in una
condizione di abbandono. L’Unità di Ricerca si propone di effettuare una capillare ricognizione, documentazione e
censimento di questo genere di siti e di sviluppare riflessioni teoriche e operative per redigere le linee guida per
la redazione di masterplan, di action plan e di progetti pilota volti a concentrare queste attività in aree idonee,
appositamente attrezzate e di riconvertire le aree liberate nelle destinazioni più convenienti, per restituire
qualità e valore ai territori e ai paesaggi coinvolti, potenziarne l’identità e promuoverne lo sviluppo. |
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